domenica 23 gennaio 2011

Tv popolare ... per provare a cambiare


Noi abbiamo pensato e progettato tvpopolare, per unire nuove forze e nuove voci, per fare cultura e parlare di realtà e la realizzeremo se e solo se, saremo in tanti a crederci.
Bisogna sapere cosa succede nel palazzo e per la strada, bisogna reagire... farlo non più spezzetati ma uniti, in un progetto comune. Un progetto fatto di mille voci, di punti di vista diversi che tuttavia si mettono in cammino insieme per il bene comune. Giustizia sociale, progresso, innovazione, pari opportunità, stili di vita sostenibili, turismo responsabile, finanza etica, libera informazione, giustizia, nutrizione consapevole, istruzione .. ecc
certo la ricetta risolutiva nn l'abbiamo, ma possiamo cominciare a mettere insieme gli ingredienti...per non restare imbalsamati in quel senso di frustrazione e solitudine che colpisce gli onesti. Nella rabbia fine a se stessa, che non trasforma nulla se non la nostra salute in malattia. Che diventa violenza cieca e distruttrice, unica apparente arma degli oppressi.
La via è un'altra. La rivoluzione è un fatto di coscienza, è pensiero che diventa cosa reale, attraverso l'intelligenza e l'unione.
tv popolare vuole essere una pulce nell'orecchio, vuole mettere il dubbio, spingere le persone a cercare di capire con la propria testa per aiutare a costruire quel senso critico necessario a riappropriarsi della capacità di discerne e quindi di scegliere con consapevolezza.
Dare seguito alla curiosità, andare a vedere con i propri occhi, sentire, partecipare, riconnettersi alla propria coscienza ed a quel senso collettivo delle cose e della vita che infondo è retta da principi universali, fuori da tutte le dottrine politiche o religiose, fuori dalla costrizioni psicosociali che ci plasmano da quando siamo al mondo.
Lo chiamo 'lavoro culturale' ed è necessario intraprenderlo per preparare il terreno fertile dove mettere il seme di una società nuova. Una società dove al centro, a mio avviso, devono stare la donna e l'uomo e non il denaro.
Una società dove non si può comprare tutto, come invece ci viene mostrato da anni. Una società libera e felice, dove essere quello che vogliamo essere. Una società laica e priva di ipocrisia. Una società di rapporti fondati sull'amore e sul rispetto e non sulla convenienza. Una società dove è possibile dire 'no, non sono d'accordo', e poter esprimere la propria opinione o visone, senza essere emarginati, derisi o messi da parte o perseguitati. Una società fatta di individui che comunicano. Una società realmente progressista. Una società solidale. Una società che pensa al domani.
Avevo circa 12 anni quando scrissi queste parole 'siamo sulla terra di passaggio e dobbiamo vivere con rispetto, per quelli che verrano e per la nostra stessa vita'.
Una società dove l'individuo è libero e capisce di fare parte di un tutto senza il quale non sarebbe niente. Da qui è facile dedurre che il vantaggio personale è sempre e spesso a danno dell'altro. E che se quest'altro siamo noi, il vantaggio temporaneo di uno diviene quello che realmente è: un danno per tutti.

aspetto vostre
Cristina
buona visione
http://www.tvpopolare.it/

Cuffaro e dintorni

Cuffaro , ex presidente della Regione Sicilia, si appresta a varcare le porte della prigione dove resterà (?) per 7 anni per favoreggiamento aggravato alla mafia e violazione del segreto istruttorio.
Ogni tanto la giustizia vince... e speriamo sia l'inizio di un nuovo corso dove finalmente si riesca a mettere le cose al loro posto (i mafiosi in galera, la gente per bene nelle istituzioni)
un mondo diverso è possibile, basterabbe volerlo e praticarlo in tanti. Cominciando ad alzare la testa per dire no ad ogni anche piccola schifezza o ingiustizia... tutti, da domani mattina!

Ho ammirato il coraggio dei tunisini, scesi in piazza sapendo di correre il rischio di venire uccisi dalla polizia sotto alla luce del sole. Cosa accadrà ora? Cosa c'è, davvero, dietro alle cose?

Dire fare pensare che 'nn cambia nulla' è un atteggiamento di tipo mafioso (oltre che di fine della speranza e di nn impegno).
La natura dell'uomo è spesso quella di restare nel territorio conosciuto, il nuovo fa paura ma ... il conosciuto necessità di migliorarsi, e vale la pena di provare nuove strade, prima di finire definitivamente nel baratro!